Wednesday, June 20, 2007

Un paese di santi, navigatori, poeti, e...

Vincenzo Visco, l'uomo più odiato dagli italiani dopo Prodi, comunica i dati emersi dai chiacchieratissimi studi di settore, e che trovate linkati qui sotto presi pari pari da La Repubblica. Emerge un quadro preoccupante solo per chi fa finta di non sapere come vanno le cose in questo paese, dove solo lo 0.8% dichiara sopra 100mila euro ma le strade son piene di Cayenne.



Personalmente non mi stupisce il fatto che oltre il 50% di chi può evadere le tasse lo faccia regolarmente (l'italia è il paese dei furbi, e gli operai/dipendenti che di fatto non possono non pagare le tasse sono i coglioni) ma mi stupisce la faccia da culo di questa stessa gentaglia che poi va alle manifestazioni di categoria a lamentarsi perchè le tasse sono troppo alte, o che gli studi di settore (che sono una porcheria, di fatto un condono regolarizzato) sono sballati... è come se (esagero) Toto Riina si lamentasse perchè il carcere duro è davvero duro come sta scritto e lui non può uscire.



In questo paese c'è troppa gente che si lamenta, mentre si dovrebbe solo vergognare e starsene zitta.



"C'è una robustissima evasione" - Repubblica.it

Sono un milione e 407 mila i lavoratori autonomi e le piccole imprese che al momento di fare la dichiarazione dei redditi finiscono per indicare una cifra che pare troppo bassa. Soprattutto se si guarda ai livelli dei ricavi che loro stessi dichiarano. Tanto che pure se si trovano a fatturare in media quasi 200 mila euro l'anno, i loro redditi d'impresa, al netto dei costi, si riducono a una misera sommetta che supera solo di poco i 10 mila euro l'anno.

Sono loro, ovvero il 53,8 per cento dei quasi tre milioni di operatori interessati dagli Studi di settore, i contribuenti "incongruenti", imprenditori e lavoratori autonomi che, stando alle loro stesse dichiarazioni, riescono a mettere su a fine anno un reddito d'impresa medio che vale solo il 5,4 per cento dei loro ricavi annuali. E' questo il dato principale che emerge dalle prime analisi commissionate dal viceministro dell'Economia Vincenzo Visco relative ai redditi del 2005 e a cui sono stati applicati i criteri di "congruità" e "normalità" così come definiti nell'ultima finanziaria




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2 comments:

Marco Cepetos said...

Guarda...io sono del settore nel senso che lavorando in uno studio commerciale ho a che fare quotidianamente con studi di settore e problematiche del reddito.

Non ci sono parole...a parte i dati di Visco quello che preoccupa è anche che questi studi son fatti con il culo (passatemi il termine)...secondo i quali un'azienda di un settore in crisi deve comunque guadagnare come se vada tutto a gonfie vele,e se non guadagna entro certe cifre deve adeguarsi (pagare) per raggiungere il livello prestabilito. Paradossale è dir poco.

Praticamente è l'inculata delle inculate...senza parlare dei "numeri" da circo che si fanno per far rientrare altri entro certi livelli di reddito in modo da evitare l'esborso monetario.

E' l'Italia che vaaaa....

D_Guidi said...

Quello che dici sugli studi di settore è sacrosanto... ma come dicevo nel mio post, hai voglia a lamentarti adesso quando per anni non ci si è vergognato di dichiarare zero (ZERO!!!) e farsi ville e macchinoni...