Friday, June 30, 2006

D'Alema di qualcosa di sinistra...







Fortuna che ci ha pensato il Ministro Bersani, il padre di Samuele...

Professioni, taxi, banche, farmacie il governo avvia liberalizzazione - economia - Repubblica.it
Più taxi, liberalizzazioni per banche, farmacie e professioni. Il governo ha deciso di aprire al mercato questi settori con un decreto legge che è stato approvato dall'esecutivo insieme alla manovra-bis. Un provvedimento sul quale il presidente del consiglio Romano Prodi ha speso termini forti e suggestivi: una "rivoluzione" per i consumatori e un "cambiamento radicale" per il sistema produttivo.

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Wednesday, June 28, 2006

E' finita la pacchia...

Aggiungo solo una cosa... COMUNISTI DI M***A!

Afghanistan, Unione a rischio ottto senatori annunciano il No - esteri - Repubblica.it

E' durato lo spazio di poche ore l'accordo di maggioranza sull'Afghanistan. Al no del Pdci al decreto sul rifinanziamento della missione ("Una consapevole irresponsabilità", la definisce Anna Finocchiaro, presidente dei senatori dell'Ulivo), si è aggiunta oggi anche la lettera di 8 senatori della sinistra radicale che annuncia il voto negativo. Così, malgrado le parole di ottimismo di Massimo D'Alema ("Ci saranno i voti della maggioranza"), la strada del centrosinistra diventa davvero impervia.

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Monday, June 26, 2006

Doppia vittoria!

Soprattutto, al nord ha vinto il NO!
Quindi adesso i leghisti la smettessero di rompere il cazzo... :)



Referendum, il trionfo del No bocciata la riforma della Cdl - Politica - Repubblica.it
In particolare i No sono il 52,6% nell'Italia settentrionale (contro il 47,4% dei Sì), percentuale che al Centro sale al 67,7% (32,3% i Sì) e al Meridione al 74,7% (25,3% i Sì). Nell'Italia insulare i No sono il 70,6%, i Sì il 29,4%




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Cronaca di un licenziamento annunciato...

21.00: aperitivo con amici in attesa dei restanti commensali per la cena della squadra.
21.30: secondo aperitivo (molti invitati stanno tardando...)
22.50: cena di pesce con vino in bottiglia e della casa (almeno 4 bicchieri).
00.30: limoncino per digerire l'arrosto di pesce.
01.30: secondo limoncino in zola-lido.
02.40: partenza direzione bagni n°5 per festa in spiaggia.
02.50: accelerazione in prossimità della curva dell'arzilla, percorsa alla velocità media di 85 km/h perchè sono un patacca.
02.51: pattuglia della polizia + etilometro - 0.71.
03.10: secondo test - 0.71.
03.55: terzo test. giusto per curiosità - 0.73.


Fate ciao ciao con la manina alla mia patente, che speriamo ritornerà più in forma di prima dopo non troppo tempo... :(




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Geo Developer Day @Google




Thursday, June 22, 2006

Il calcio è morto...

se segna Materazzi non c'è più speranza... :)

Developers!

E' Steve Ballmer, CEO (forse) di Microsoft, che canta... :)




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Wednesday, June 21, 2006

Vaffanculo!

Lo so che non è educato, ma è l'unica cosa democratica che mi viene in mente... le altre sono troppo filo-BR per riportarle...

Berlusconi: "Indegno di essere italiano chi voterà no al referendum" - Politica - Repubblica.it

Berlusconi apre la manifestazione per il sì al referendum, a Roma, denigrando chi voterà no. "Nessun italiano può sentirsi degno di essere tale se domenica non sarà andato a dare il proprio sì alla Riforma, che darà a questo paese più democrazia e libertà - ha detto l'ex presidente del Consiglio -, è importante essere cittadini italiani al 100%, è importante domenica partecipare al cambiamento della Costituzione"

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Fate girare...

Dal blog di Beppe Grillo...

Una lezione di giornalismo

Ieri Piero Ricca ha fatto qualche domanda a Andreotti. Dopo ha dovuto darsi alla fuga, ma è stato preso e portato in commissariato. Ecco il suo racconto.

"Nel primo pomeriggio di ieri, nell’aula magna dell’Università Bicocca, a Milano, ho rivolto qualche domanda al senatore a vita Giulio Andreotti, sul tema di quella sua strana assoluzione per prescrizione del reato di associazione a delinquere, ritenuto dai giudici “concretamente ravvisabile” almeno fino al 1980. Per aver osato tanto, sono stato identificato e minacciato da agenti di polizia, e trattenuto in commissariato per quasi due ore. E m’è andata ancora bene.
Nell’aula magna della Bicocca alcuni cronisti stavano intervistando il nostro dipendente a vita su altri temi: il calcio, Moggi, la Nazionale, “la caduta della moralità pubblica come si evince dalle recenti intercettazioni”, il rapporto fra aspiranti attrici e uomini di potere e via leccando. Andreotti era comodamente seduto, rilassato. Ogni tanto faceva una battuta e i cronisti ridevano di gusto. I docenti della Bicocca, intorno, componevano una festosa corona.
A un certo punto mi sono inserito, ho consegnato ad Andreotti un foglio con l’estratto della sentenza della corte d’appello di Palermo, poi confermata dalla Cassazione e con il tono più pacato possibile gli ho chiesto di commentarlo. Ne è nato un dialogo, che ho videoripreso a meno di un metro di distanza, di tre o quattro minuti. L’ho interpellato sulle responsabilità a lui addebitate dalla giustizia italiana, gli ho chiesto se ritenesse una cosa normale la presenza in Parlamento in qualità di senatore a vita di un personaggio così descritto da una sentenza definitiva, gli ho fatto presente che nei giudizi di molte testate internazionali il “caso Andreotti” era considerato uno scandalo, e così via intervistando. Lui ha risposto invitandomi a leggere per intero la sentenza, visto che “dagli estratti si capisce poco”, ha affermato che la prescrizione nasce solo dal dubbio della corte su un singolo incontro (per lui mai avvenuto) con il mafioso Bontade (”un certo Bontade”), ha aggiunto che all’estero incontra solo rispetto e solidarietà. E così via, minimizzando e svicolando, con quei tipici occhi a fessura.
Già mentre gli rivolgevo le domande alcuni agenti in borghese della sua guardia personale mi premevano e tiravano da dietro. Al che mi sono ribellato subito ad alta voce. Ho chiesto ad Andreotti se fosse ancora possibile in questo Paese fare domande ai politici e lui mi ha risposto che nessuno me lo stava impedendo, che fare domande era un diritto “e anche dare le risposte”, poi ha aggiunto: “Ma se lei è qui per fare un numero, allora…”. Le sue guardie intanto mi piantonavano e tenevano da dietro. Ma il principale non s’è accorto di nulla.
A intervista finita i gendarmi, agenti della polizia di Stato, hanno cercato di portarmi via tirandomi con forza. Ho protestato a voce alta in mezzo alla sala, mentre iniziava la conferenza. I gendarmi sono spariti. Nessuno dei presenti ha fiatato.
Sono rimasto altri venti minuti in aula magna, seduto tranquillamente, continuando a videoriprendere. Poi sono uscito per andarmene via, da solo, e sono stato trattato come un delinquente.
Una guardia privata della Bicocca ha cominciato a inveire in modo minaccioso, urlandomi addosso come un pazzo e cacciandomi a forza da una porta laterale, le guardie personali di Andreotti mi hanno trattenuto, strattonandomi e minacciandomi di sequestrami la videocamera e ordinandomi di mostrare i documenti. Il tono era concitato, nevrotico, da pessimo telefilm americano. Era evidente il tentativo di intimidire. Mentre il guardiano privato continuava a inveire e a minacciarmi, mi sono divincolato e me ne sono andato via. I poliziotti e la guardia privata mi hanno inseguito, mi hanno immobilizzato in un luogo dove non passava nessuno e a nulla sono valse le mie buone ragioni, del tipo: “Io non ho fatto nulla di male, ho semplicemente rivolto delle domande a un politico, riprendere eventi e personaggi pubblici è consentito, se commettete abusi vi denuncerò”.
Gli agenti continuavano a ripetermi: “Tu non puoi comportarti così con il senatore, le tue domande non c’entravano nulla, tu non puoi riprendere senza permesso e hai ripreso anche noi, e poi ti conosciamo già, eri tu a Roma davanti al Senato, tu ora ci dai tutto il materiale e poi ti portiamo in commissariato”. Mentre dicevano questo, uno mi teneva fermo contro un muro e l’altro mi tratteneva lo zaino con la videocamera e un registratore audio.
Ho obiettato: “Lasciamo decidere a un giudice chi ha ragione, voi state commettendo un abuso e comunque esigo di conoscere i vostri nomi”.
Un agente ha risposto: “La legge sono io ora, il giudice sono io”. Poi, rivolto al collega ha aggiunto: “Ora gli prendiamo le impronte digitali, così l’amico inizia ad abbassare la cresta”. I danni dei telefilm americani sono incalcolabili.
Poi sono stato portato in auto da altri agenti di polizia al commissariato di Greco, dove sono stato trattenuto per oltre un’ora e mezza. Lo zaino lo hanno preso in consegna loro. Per puro caso, gravissimo reato, non avevo con me la carta d’identità (mentre ho mostrato un tesserino identificativo di tipo elettorale che, sempre per caso, avevo con me) e abbiamo dovuto attendere che fosse trasmesso un fax da Parma con la fotocopia del mio documento. La qual cosa ha evitato la ventilata pratica della fotosegnalazione con impronte digitali in Questura: che certo sarebbe stata un’esperienza divertente per uno dei cittadini più identificati di Milano.
Per tutto il tempo mi è stato impedito di telefonare al mio legale e di effettuare o ricevere qualsiasi altra chiamata, come chiedevo di poter fare. “Il cellulare lo deve tenere spento”.
Ho notato che gli agenti di Greco si consultavano con altre persone al telefono, compresi gli agenti di guardia ad Andreotti, per decidere se sequestrami il materiale o meno. A margine delle complesse trattative ho fatto presente di essere ben noto negli ambienti della Questura e altrove per le mie attività di cittadino impegnato in politica, citando nomi e fatti, compresi esposti e interrogazioni parlamentari contro la polizia di Milano.
Alla fine sono stato rilasciato, con videocamera e tutto il resto. Gli agenti hanno redatto un verbale “per uso interno”, che non mi hanno fatto leggere.
Ecco tutto. Sono stato trattato in questo modo perché, nel silenzio della gran parte degli operatori dell’informazione, ho rivolto due o tre domande a un senatore a vita giudicato dalla giustizia del mio Paese un colluso con la mafia, salvatosi da una condanna per intervenuta prescrizione del reato. Io, che non ho mai preso una multa in vita mia.
Coerentemente, al tg3 regionale della sera, le mie domande - di pura supplenza giornalistica - sono state definite come l’intervento di un “contestatore”. E il Corriere della Sera odierno, in un riquadrino, riporta la notizia del mio trasferimento coatto in commissariato, “a seguito di una discussione con Andreotti”. Nell’occhiello la “discussione” diventa 'lite' ".


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Pubblicità ingannevole...

Referendum, il Garante blocca - politica - Repubblica.it

Il Garante ha diffidato Mediaset per i quattro spot riguardanti il referendum costituzionale del 25 e 26 giugno. L'Authority si è mossa dopo settimane di polemiche sulla parzialità dei contenuti degli spot pubblicitari prodotti e messi in onda dalla rete televisiva.

La Commissione Servizi e Prodotti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha diffidato Mediaset "a non continuare la trasmissione di spot informativi che per la parcellizzazione e l'incompletezza delle informazioni fornite enfatizzino aspetti particolari della complessiva consultazione referendaria".

L'Authority aveva rivolto nei giorni scorsi alle emittenti televisive nazionali "un invito alla corretta applicazione delle disposizioni in materia di comunicazione politica contenute nel regolamento emanato dall'Autorità per il referendum".

MediaSet è e rimane la solita, senza pudore e senza vergogna, e senza chiederci niente! :(

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Tuesday, June 20, 2006

Un pezzo di storia della musica

Oltre 1400 video musicali degli anni '80 disponibili su internet... per vvoi!

Music Videos From the 80's :: Over 1,400 Videos!


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I Savoia e la beneficenza...

Ieri blob, con il suo irrinunciabile conismo, ha mostrato uno stralcio di video-intervista ad Emanuele Filiberto figlio, che in passato chiedeva il dissequestro dei beni di famiglia, adducendo il fatto che quei beni venissero usati principalmente per scopi di beneficenza...

Ecco come intende la beneficenza quel puttaniere del padre...

Il giudice definisce «emblematica della propensione criminale» di Vittorio Emanuele e di Narducci una telefonata dove quest´ultimo viene contattato da un avvocato, non indagato, che gli chiede di far da tramite tra il principe e alcuni clienti del legale disposti a spendere cifre rilevanti per acquistare medicinali da destinare all´Eritrea. Operazione che i magistrati definiscono «dalle connotazioni assai dubbie e sicuramente truffaldina».
Avvocato: «È roba per il terzo mondo, per cui non dico roba tarocca ma di basso costo, in barba a qualsiasi brevetto».
Narducci: «Ecco per esempio abbiamo un´azienda legata al principe che fa anche le flebo».
Avvocato: «Tieni conto che deve essere roba di bassissimo costo perché è per il terzo mondo».
Narducci: «Bassissimo costo, è acqua e zucchero».
Il segretario del principe fa riferimento a un´azienda legata a Savoia che lavora in Bulgaria e ha aperto anche in Giordania. La vicenda dell´operazione legata ai medicinali viene chiosata con durezza dal giudice: «Appare emblematica degli interessi e delle disponibilità finanziarie di Vittorio Emanuele, distribuiti in tutto il mondo, nonché della pericolosità e della inclinazione criminale del principe, per la verità di animo poco nobile».


Io di mio non aggiungo niente, tranne il fatto che io prenderei a randellate sui denti Bruno Vespa, che ha avuto il coraggio di dedicare ai Savoia una trasmissione celebrativa pochi giorni fa (complimenti al tempismo!), chiamando il bastardo addiruttura "Sua Altezza"...

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Sunday, June 18, 2006

Che merda d'uomo...

«Gli affari con Roma? L'intervento del principe ha sbloccato tutto» - Corriere della Sera

V. Emanuele: «In tutto questo casino mi ha ricevuto subito, eh, Berlusconi, e allora ho detto, signor presidente, non possiamo permetterci il lusso di perdere queste elezioni».

Giudici: «Assolutamente».

V. Emanuele: «Tutti gli amici devono andare a votare, devono votare Forza Italia e la destra, se no siamo nel culo... (...) Bisogna che ci vadano tutti, perché le sinistre, loro figli di puttana ci vanno».

Giudici: «Vabbè, i bolscevichi vanno sempre».
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Marò che zoccola!


"Sottile e la showgirl sesso per un posto in tv" - cronaca - Repubblica.it
Una storia che si ripete. Ragazze che sognano di sfondare nel mondo del cinema e della televisione, costrette a concedersi ai potenti, dirigenti televisivi o personaggi della politica, in cambio della possibilità di diventare star. Dall'inchiesta del pm di Potenza, Henry John Woodcock, emergono sconcertanti episodi che avrebbero coinvolto anche una nota show girl, Elisabetta Gregoraci, attuale fidanzata di Flavio Briatore, protagonista di alcune trasmissioni di successo della Rai, da "Il malloppo" a "Diglielo in faccia".
In effetti il che del puttanone c'è tutto...

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Quoto in pieno...

Solo cuore, niente idee: la partita storta - Corriere della Sera

È stato a questo punto che Lippi ha commesso il vero errore della serata. Aveva già sostituito Totti con Gattuso per far fronte all'uscita di De Rossi. Aveva messo Del Piero per Zaccardo non appena espulso il secondo americano, ha finito per sostituire troppo presto Toni con Iaquinta.
Si è lasciato cioè oltre mezz'ora senza possibilità di fare altri cambi
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Saturday, June 17, 2006

Yodaluia!




Non so cosa aggiungere, sono quasi commosso...
Convertitevi anche voi al culto della forza!

Funny Funny

Che video fantastico ;)

La mia nuova religione...

Abiuro definitivamente il cattolicesimo, spinto dalla misticità di questa nuova religione.

Pio Kenobi

...una dimora sempre aperta ad accogliere chi segue il cammino spirituale della Forza e di tutte le forme meticce di spritualita’.
La Diocesi Italiana del Culto della Forza “Pio Kenobi” nasce nel 2005 in occasione della conclusione del ciclo di Guerre Stellari. Lo scopo della nostra fondazione e’ promuovere la conoscenza e la diffusione dei valori spirituali contenuti nell’epica di Guerre Stellari, e di proporne l’incontro e la fusione con i motivi e i valori contenuti nella predicazione di Padre Pio.

La Diocesi manifesta e difende la propria’ identita’ religiosa di culto moderno e aperto, che attinge da diversi ambiti filosofici e spirituali, per potersi rivolgere ad un’ampia ed eterogenea comunita’ di fedeli. La fusione, o sincretismo, che proponiamo e’ la nostra risposta spirituale e politica allo scontro fra religioni e le derive fondamentaliste che stanno dilaniando la moderna societa’ globalizzata.
Pio Kenobi non quindi intende contestare ne’ offendere i credenti di Guerre Stellari ne’ quelli di Padre Pio, ma solo avanzare una proposta di incontro e di conciliazione per una comune crescita spirituale.

Che la Forza sia con te!

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Cirri e Solibello al CaterRaduno 2006 nella spiaggia di Senigallia!

Friday, June 16, 2006

Quest'uomo è un mito

Il mito è lui...

Corriere della Sera - La scelta oscurata

l’ex ministro delle Riforme Calderoli che dichiara che io sono «come Moggi», che «mento sapendo di mentire ». Come Moggi proprio no: io sono più bello. E poi come fa il nostro a sapere che so di mentire? È anche indovino? Legge nel mio animo? Io indovino non sono, però so che io non ho nessun interesse a mentire, mentre Calderoli sì: se perde rischia di dover tornare all’odontoiatria.

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Wednesday, June 14, 2006

Il declino dell'occidente...

Due ragazzi legano un disabile a una croce - Corriere della Sera

I giovani denunciati: «Era un gioco, non volevamo fargli male». L’accusa: lesioni e vilipendio di simbolo religioso
Due ragazzi legano un disabile a una croce
Bravata-choc in un paese vicino a Rimini, nessuno interviene. Il sindaco: chiedo giustizia

MONDAINO (Rimini)—«Crocifisso » per gioco: solo perché è un ragazzo disabile, 25 anni, mite e da tanti ben voluto. Legato a una grande croce da due bulli, pronti a scattare con il telefonino l’immagine di un povero cristo. «Ma era solo uno scherzo. Gliene facciamo tanti, lui si diverte e poi era soltanto per fare una foto». Hanno cercato di scagionarsi in questo modo: «Non gli abbiamo fatto male». Insomma, per loro una bravata, nient’altro. La cosa che aggiunge atrocità all’accaduto è che nessuno si è mosso per bloccarli. Per fortuna sono arrivati i carabinieri proprio mentre qualcuno si divertiva così, all’una della notte di domenica, in un paesino orgoglioso delle sue origini medievali e adesso umiliato dall’incredibile vicenda.
continua...
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Tuesday, June 13, 2006

Un pò mi manca...

"Robbertebbagge doveva essere gonvocato!"
"I giogadori debbono cantare l'inne!"
"Totti è il miglior giogadore del mondo!"
"L'arbitragge de Bairommoreno è stato vergognoso!"
"Carrare si deve dimettere!"
"Bisognava fare giogare già dal prime tempe Totti e Del Piere.
Insieme!"
"Gi vuole la moviola in gambo, lo sidddddeve ai noshdri
sedddddegiendomila bigliardi di deleshbeddadori!".

Fategli un saluto va...


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Saturday, June 10, 2006

Kill Bill 1e2 in 120 secondi



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Wednesday, June 07, 2006

I Tiromancino hanno dato buca...

Ormai da tempo era in programma il concerto dei Tiromancino ad Urbino, per la festa dello studente... bene, anzi male!
I Tiromancino hanno dato buca, e saranno sostituiti da Pacifico, che povero lui si piglierà temo i fischi dei tanti accorsi in Piazza Rinascimento per ascoltare Zampaglione...
Per una volta è bene però ringraziare Il Resto Del Carlino, la cui edizione locale mi ha evitato di aspettare 3 ore in giro per poi scoprire "in diretta" il fattaccio...

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Monday, June 05, 2006

Il meteorite sotto l'Antartide...

Il meteorite sotto l'Antartide

Quando colpì la Terra si estinsero il 95% delle specie marine e il 70% di quelle terrestri. Spinse l'Australia a separarsi dal blocco continentale di cui faceva parte, segnò la fine del Permiano e l'inizio del Triassico.

Era un signor meteorite e lasciò un cratere di quasi 500 km "visibile" sotto 1.660 metri di ghiacci della calotta antartica solo grazie ad accuratissime misure da satellite. Il diametro del meteorite a cui si collega l'estinzione dei dinosauri, 65 milioni di anni fa, era circa di 10 Km, questo pare si attesti sui 50Km.

Il cratere è stato esaminato dal professor Ralph von Frese, geofisico dell'Università dell'Ohio, e il satellite in questione GRACE che ci sta inviando i più precisi dati oggi disponibili sulle anomalie gravimetriche terrestri. I dati sono stati presentati all'American Geophysical Union meeting a Baltimora.

Qualcuno dei colleghi è scettico, come Jane Francis, dell'University di Leeds che obbietta: "se ci fosse stato un impatto del genere dovremmo poter trovare montagne sciolte e modellate dall'urto." Purtroppo trivellare 1.600 metri di ghiaccio non è semplice, né economico. Von Frese sta già pensando alla missione.
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Radio America

Da qui:
"Il racconto di ciò che accade dietro le quinte di uno dei più importanti show radiofonici andato in onda in America a partire dal 1974, che nel film viene improvvisamente cancellato. Va in onda l'ultima puntata, un "Last Waltz" che l'ottantunenne Bob Altman dirige con la fermezza del grande regista che è. Senza farsi mettere sotto da Garrison Keillor (conduttore nella realtà di un programma che ha nel mondo anglofono 35 milioni di ascoltatori) e con la voglia di mettere in scena un Nashville uguale e contrario. Contrario perché qui siamo nello spazio chiuso di uno studio di registrazione radiofonico con pubblico in sala. Uguale perché c'è la stessa voglia politica (nel senso più positivo del termine) di raccontare un pezzo di America che finisce con il rappresentarla tutta. Uguale perché c'è la straordinaria capacità di seguire un numero considerevole di personaggi senza perderne di vista uno e dando ad ognuno una sua consistenza. Uguale perché qui l'Angelo della Morte non colpisce alla fine e a sorpresa ma è una presenza (anche inevitabilmente autobiografica) che accompagna la narrazione. Uguale perché anche qui c'è un pubblico che non canta "It don't worry me" ma che "non deve preoccuparsi" qualsiasi cosa accada sulla scena. The American Show Must Go On. Qualsiasi cosa accada."

Qualche parere critico...
Lorenzo Buccella de L'Unità dice:
"Silenzio. parla Altman. Lo fa riversando, a un trentennio di distanza, cuore, mondo e musica di Nashville
negli spazi chiusi di un leggendario programma radiofonico, nato nel
1974, ancora vivo nella realtà, ma qui immaginato lungo la sua ultima
esibizione dopo lustri di onorato servizio. Così, la Berlinale targata
2006, dopo l’indolenza dei primi giorni quanto a slancio di nuove
proposte, non può che buttar dentro uno dei suoi gol più sicuri.
Difficile sbagliare. del resto, quando si riesce a far giocare nella
squadra del concorso un numero dieci come Robert Altman che fra qualche
settimana, all’età di 81 anni, finalmente riceverà l’omaggio di un
Oscar alla carriera. Ma per la statuetta c’è ancora tempo, visto che
l’immediato presente sembra conservarsi senza rughe. Come ben
testimonia questo Prairie home Companion, nuovo e malinconico
affresco di un Mid-west americano formato famiglia, pronto ad
aggrapparsi in massa a questo filo radiofonico pur dì ritagliarsi un
disimpegno fatto di schitarrate e intrattenimento. Solo che stavolta
l’occhio del regista si stringe e si moltiplica nella claustrofobia del
backstage del programma, registrato nelle sale di un teatro del
Minnesota. Ed è proprio là che, mettendo fuoricampo tutta la folla che
assiste, ascolta e si rispecchia, il film si fa slalom divagante ira i
personaggi del carrozzone che anima in presa diretta il varietà.
Davanti e dietro il microfono. Con tutti gli slanci emotivi, le empatie
e le miserie che si cuciono insieme nel dietro le quinte di uno show
ormai più che consolidato. Così, sotto il nostro sguardo intermittente
sfilano via a ondate e siparietti. Garrison Keillor, il conduttore del
programma originale (nel film, oltre che sceneggiatore, attore di se
stesso), assieme a una Meryl Streep splendida in versione cantante
manierata, al baffetto demodé di un Kevin Kline responsabile della
sicurezza che sembra sbucato lì dalla pagina di un romanzo hard-boiled.
E poi tutta quella schiera professionista di intrattenitori,
barzellettieri e cantanti dal cappello cow-boy che spaziano
dall’immancabile country su su fino al gospel e al jazz. Quasi a
inseguire spartiti flessibili da documentario, una vera marmellata
d’umanità, qui ritratta sul bagnasciuga dei suoi ultimi rituali, perché
nella figura di Tommy Lee Jones già incombe la nuova proprietà della
radio, intenzionata a tagliare i ponti con il passato. E cosi ne viene
fuori di tutto, tra schegge esistenziali che ricordano sorelle perdute
per strada, punture di humour tra un numero e l’altro, desideri
giovanili di suicidio, confessioni e rimproveri dell'ultima ora e
ancora battute che alla fine si permettono di scalzare il moralismo di
censure religiose. Segmenti rappresentativi di un microcosmo che
diventano la lente d'ingrandimento di un’America profonda in cerca di
una nuova ridefinizione. Incalzata da una modernità che s’intrufola
negli stacchetti pubblicitari degli sponsor (dai nastri adesivi al
latte solubile per biscotti), eccoci alle prese con la musica di un
mondo al confine, costretto al suo ultimo giro folk. Che, proprio come
in Nashville, il film-padre dì riferimento, fa confluire la sua
molteplicità nelle cornici di un ritratto sociale. Solo che stavolta,
quella che ci viene dipinta, è un’America più invecchiata, quasi
scollegata dai battiti dell’attualità. ma non del tutto pronta a
passare la mano. A maggior ragione se poi, in questo ambiente
spolverato dall’affetto che Altman riversa nei confronti
dell’amatissima radio, il panorama inizia a screziarsi di note funeree
sempre più invadenti. A portarle con il proprio corpo, una donna-angelo
(la Virginia Madsen di Sideways). algida nel suo impermeabile
bianco e nel suo boccolo biondo. E a testimonianza di un mondo che pare
costretto a rigirare su se stesso, proprio lei che ora si aggira
visibile-invisibile distribuendo i suoi tocchi dolcemente mortali
all’interno dello staff in precedenza era morta in un incidente
stradale mentre rideva per una gag ascoltata al Prairie Home Companion.
Invasione surreale che aggiunge un altro strumento ai tanti già usati
da quel signore di Kansas City che sa dirigere tutto dall’alto. pur
«nascondendosi» tra i suoi orchestrali."

Angelo Aldovino (un lettore) dice:
"Straordinariamente nuovo in ogni cosa e in ogni aspetto. Coraggioso e
sicuro. Due ore di crescente sorpresa, di tenerezza e allegria,
riappropriandosi del bello di una generazione in contrasto con le
aggressive vuotezze anoressiche e still life delle pubblicità che
precedono il film. America dolce e romantica, forte delle sue
semplicità disponibili per chiunque. Coralità rassicurante, la vita
insieme. Attori splendidi, l'arcinota Meryl Streep regina del
palcoscenico e l'irresistibile umorista Kevin Klein, e gli stupefacenti
sconosciuti veramente bravi, tutti. Audio perfetto e note deliziose.
Grazie Altman. Film memorabile."

Diego Guidi dice:
"A tratti divertente, generalmente pesante: un bel film se si è preparati a vederlo, altrimenti è duro da digerire..."

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Thursday, June 01, 2006

Mamma mia...

Certi giorni ti chiedi se con lo stipendio mensile ti abbiano comprato la linfa vitale... :(
Che 'bbotta...

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